MARCO FERRARO 
Una notte sull’Isola Memmia 

Il racconto inizia con la descrizione di un personaggio che vive in una completa condizione di deriva esistenziale. Il paesaggio, l’auto, i piatti, il lavoro e la famiglia, lo studio del Brigantis ed i vari personaggi che incontra nel frenetico ritmo delle prime pagine hanno dettagli e atmosfere ben calibrate che danno una chiara sensazione di impotenza: il nostro eroe non ha niente a che vedere con l’arrabbiato Alessandro o con l’astuto Tordo Uno del libro Euganean Rhapsody. Lui è solo, totalmente solo ed il mondo che lo circonda lo ha spolpato completamente o poco ci manca! Credo che sia il più complesso ed introverso di Eganean Rhapsody e di Un’email dal Caffè Pedrocchi. Questo accade perchè si è completamente trascinati dal ritmo e non ci sono unghie che ti permettano di ancorarti a qualche appiglio! E questo crollo in un mondo ‘altro’ arriva a travolgerti dopo la Rosina, la Direttrice e gli scagnozzi, il Brigantis, dopo la pasticceria e la Super-fluitas… dopo le masenette ed il pugno dell’omino esile comincia a scivolare tutto dalla pietra del vituperio, dal Cedo Bonis non c’è più libero arbitrio fino alla salvezza finale, fino alla Gioia ritrovata. LORIS DRAGO