Michele Sarrica 
I ragazzi sognano l’I-Phon e di nascosto scrivono poesie 

Gentilissimi signori e signore, abbiamo deciso d’intrattenervi proponendovi uno spettacolo grandioso, strapieno di luci sfavillanti e di effetti scenici, con giochi pi­rotecnici e fontane zampillanti. Credetemi, vi sbalordiremo, o quasi. In effetti, tutto questo ci sarebbe piaciuto realizzarlo, ma per questa volta e solo per questa volta dovete ac­conten­tarvi di qualcosa di più modesto, di molto più modesto. In com­penso recite­remo noi, dilettanti allo sbaraglio e forse grazie alla nostra evidente incapacità riderete di più e con più gusto. Spe­riamo, co­munque, di trascorrere un piacevole pomeriggio all’insegna della simpatia poiché a voi daremo tante parole, un sacco di parole, uno stormo di parole. In un certo senso daremo vita a fantasmagorici giochi piro­tecnici adoperando le pa­role al posto della polvere da sparo. L’effetto sarà di­verso, ma per fortuna non sempre il fuoco e il fumo hanno delle corsie pre­ferenziali nel nostro animo, rispetto alla paro­la o alla poesia. Parola di giovane marmotta!